Il formaggio è un alimento onnipresente sulla tavola di tutti noi, molto spesso (erroneamente) mangiato al termine del pasto per accompagnare il pane mentre è bene usarli come secondo piatto (una o due volte a settimana) ed evitando di accompagnarli ad altre fonti proteiche
I formaggi hanno una composizione chimica che rispecchia quella del latte di provenienza (vacca, bufala, capra, pecora, asina) ma dipende anche dalla flora microbica presente, dai metodi di lavorazione e dalla stagionatura. Tra i principali elementi contenuti vi sono: acqua, proteine, grassi, minerali (calcio e fosforo), vitamine (A, D e gruppo B) e sale (non sempre), le cui percentuali variano a seconda della qualità del formaggio stesso.
Abitualmente siamo soliti indicarli come magri e grassi ma è più corretto distinguerli in formaggi freschi e formaggi stagionati
Nei miei piani alimentari, anche i più ipocalorici, il formaggio c’è ma con parsimonia!
I formaggi hanno una percentuale di grassi più alta rispetto alle fonti proteiche quali carne o pesce, ragionando in numeri e percentuali per 100 gr di prodotto la carne contiene 2-6% di grassi (100-120 kcal), il pesce 0,5-3% (70-100 kcal) mentre il formaggio varia in base al tipo ad esempio il 20-25% per la mozzarella (250-300 kcal), 30% per il pecorino(380/400 kcal), 11% per la ricotta di vacca e 17% di bufala (150-200 kcal). Diverso è il discorso se andiamo a ragionare in termini di colesterolo, nei formaggi di pecora è contenuto circa 11mg/100g mentre in quelli di mucca siamo sui 14mg/100g.
Non dimentichiamo che il formaggio si trova al centro della piramide alimentare
È dunque un alimento che va mangiato con moderazione per assimilare correttamente il calcio e la vitamina D, infatti un eccessivo consumo di latticini porta ad acidificare il sangue con il rischio di richiamare calcio dalle ossa e sortire un effetto di demineralizzazione ( fenomeno noto come IL PARADOSSO DEL CALCIO).
Spesso tendiamo, anche noi nutrizionisti, a prediligere il formaggio di mucca rispetto a quello di pecora o capra, in realtà questi ultimi formaggi sono da prediligere per i loro apporti nutrizionali.
I formaggi vaccini sono ricchi di grassi saturi e hanno una percentuale più alta di colesterolo. Al contrario, i formaggi di capra hanno una composizione simile a quella del latte materno. Rispetto ai formaggi di mucca, infatti, hanno un contenuto di grassi più basso, nonché una percentuale di colesterolo inferiore come visto precedentemente. Inoltre, le molecole che lo compongono sono più piccole e, quindi, sono anche più facilmente digeribili.
Da inserire in un regime “dietetico” sono da preferire i formaggi freschi poiché la stagionatura fa aumentare il contenuto di sale e grassi saturi
